Immaginazione

Rudolf Laban, “L’arte del movimento”

“Mentre i movimenti degli animali sono istintivi e per lo più fatti in risposta a stimoli esterni, quelli dell’uomo sono carichi di qualità umane, poiché egli, con i suoi movimenti, esprime se stesso e comunica qualcosa del suo essere interiore. L’uomo ha la facoltà di prendere coscienza degli schemi creati dai suoi impulsi di sforzo e di imparare a svilupparli, a rimodellarli e ad usarli.

L’attore, il danzatore e il mimo, il cui lavoro consiste nel comunicare pensieri, sentimenti ed esperienze attraverso le azioni corporee, devono non solo padroneggiare questi schemi, ma anche comprendere il loro significato. In questo modo l’immaginazione si arricchisce e l’espressione si sviluppa”.

Gillian Hobart, “Danzare con l’anima”

“Penso si possa convenire che, al fine di trasformare un’idea in un’azione fisica, deve essere in atto un forte impulso di desiderio; inoltre per poter muovere il sistema muscolare in modo significativo dobbiamo sollecitare e alimentare questo impulso fondamentale. Il desiderio è il nostro oggetto, l’impulso il nostro soggetto.

Sono la ricerca e la memoria del nostro impulso del desiderio che ci aiutano a mantenere il gesto e il movimento coreutico creativi, vitali e personali. Come si può ben vedere non si tratta della tecnica come tale o del mestiere ma comunque di qualcosa di molto vicino all’interno del vocabolario della danza, qualcosa a portata di mano per coloro che hanno il tempo e la voglia di riflettere sull’impulso del desiderio”.

Monica Tomasetti, “Il Quaderno del Metodo Hobart”

“Il movimento - è noto - si sviluppa attraverso la compartecipazione di tre sistemi funzionali: il sistema nervoso, muscolare e scheletrico. Dal cervello nasce l’idea di muoversi: la muscolatura riceve l’impulso, gli conferisce forza e aziona così lo scheletro che avvia il movimento. Il movimento nasce quindi dal pensiero, è influenzato e potenziato da esso. Quanto più solleciteremo la capacità immaginativa delle persone, tanto più avremo risposte positive a livello muscolare e scheletrico, e quindi di movimento, come ben sa l’ideochinesi là dove afferma che cambiare il pensiero è il primo e fondamentale atto per migliorare la mobilità. In una sorta di training mentale il movimento comincerà a delinearsi nella sua forma più pura e corretta, in una gamma di possibilità espressive insolitamente ricca e varia. Ne risulterà migliorata anche la coordinazione muscolare, mentre le abitudini motorie solitamente consolidate subiranno esiti inediti”.

Monica Tomasetti, “Il Quaderno del Metodo Hobart”

“Fiocchi di neve scendono su di noi, si appoggiano sul nostro capo, sulle spalle, lungo le braccia, per terra in un cerchio tutto intorno. Cosa avvertiamo nel contatto? Cosa proviamo nell’attimo in cui si sciolgono come piccole lacrime?”

Emily Dickinson

Un sepalo, un petalo, e una spina
In un normale mattino d'estate -
Un fiasco di Rugiada - Un'Ape o due -
Una brezza - una capriola fra gli alberi -
Ed io sono una Rosa!

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