Movimento

Rudolf Laban, “L’arte del movimento”

“Il movimento è stato sempre usato per due scopi distinti: il conseguimento di valori tangibili in ogni tipo di lavoro umano e l’approccio a valori intangibili nella preghiera e nel culto. In entrambi, nel lavoro e nel culto religioso, sono presenti gli stessi movimenti, ma con significati diversi. Per ottenere un risultato concreto nel lavoro, l’allungare un braccio e lo stringere e maneggiare un oggetto debbono essere eseguiti secondo un ordine logico. Cosa che non avviene nel rito. In questo caso i movimenti si susseguono secondo una sequenza totalmente irrazionale, anche se ogni singolo movimento usato nel culto potrebbe far parte di un’azione di lavoro. L’allungare un braccio nell’aria può esprimere la tensione verso qualcosa che non può essere raggiunto. L’oscillazione delle braccia e del corpo, che potrebbe ricordare la manipolazione di un oggetto, può invece significare una lotta interiore e divenire l’espressione di una preghiera per la liberazione da un tormento profondo.”

Gillian Hobart, “Riflessioni sulla nuova estetica”

“Ritmo lavorativo e ritmo artistico. C’è un forte senso del ritmo in tutto il lavoro manuale, una concentrazione che richiede di stare a tempo per non rompere i pattern imposti dalla catena di montaggio. Questo movimento ripetitivo, determinato dalle caratteristiche del lavoro, sarebbe intollerabile senza una distribuzione di sforzo che richiede un tempo/spazio per performare ritmicamente. Se il flusso ritmico si spezza, la produttività arriva a uno stallo. Analogamente il movimento danzato, pur non avendo un obiettivo utilitaristico, produce immagini in movimento con timing e respiro, una perfetta coordinazione attraverso uno sforzo alternato e sostenuto. Un danzatore crea immagini nella mente e con il movimento, sviluppa un racconto nello spazio, un racconto che sostituisce la dichiarazione parlata. Il corpo danzante, abile e differentemente abile, è vettore dell’idea e, sostenuto da ritmo e respiro, continuerà a trasformare il movimento nelle più complesse e infinite dinamiche di espressione umana.”

Margaret H’Doubler, “Danza un’esperienza artistica creativa”

“Avere una esperienza artistica creativa è occuparsi delle sensazioni del movimento, concentrarsi sulla struttura ritmica e operare con la comprensione del loro significato. Una tale esperienza creativa porta alla totalità della personalità ed ad un’azione integrata. Il ritmo, poiché è la legge dell’azione del muscolo, permea l’intero organismo e lo unisce in una interezza. Controlla il fluire di tutte le nostre energie e i suoi effetti sono sentiti come organizzati e armonici. Il processo creativo è un’attività di collaborazione dell’intelletto in forma costruita, delle emozioni, della forza che motiva l’espressione, del corpo, le cui giunture attive (lo strumento dello scheletro) ed i muscoli (i mediatori del movimento) forniscono i materiali per la forma esterna organizzata; e alla fine, di quell’intangibile aspetto della personalità umana, lo spirito, che anima queste attività con maggiore significato. Una danza creata nasce dalla personalità. Nel creare forme esterne la personalità si espande nel raggiungere una forma di espressione e comunicazione. Perciò la personalità è attiva nella sua interezza”.

Paul, partecipante 

“Giovedì mattina è venuta al centro da noi un’insegnante che si chiama Isabella, per farci fare questa bellissima attività, ci ha fatto stare su dei tappeti che abbiamo lì, ci ha detto di fare degli esercizi muovendo le gambe, le braccia e le pance sempre guidati da lei, dalla musica che ci ha messo e dai nostri splendidi educatori, ci hanno massaggiato le nostre schiene a turno sempre a ritmo di musica, mi hanno fatto pure camminare, sono stato sostenuto dagli educatori, mi sono pure rotolato per terra e mentre lo facevo l’educatrice mi ha fatto un video. Ho provato un’emozione unica, alla fine della mattinata ero stanco ma felice. È come una terapia per me che mi muovo poco”.

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